In linea di principio un rapporto di consulenza a carattere continuativo non presuppone l'automatica esistenza del rapporto di lavoro dipendente.
Occorre valutare le mansioni, l'assenza di qualsiasi subordinazione, l'autonomia dell'incarico, l'esistenza di altri clienti ai quali il professionista emette fattura, l'assenza degli istituti giuridici tipici del lavoro dipendente (festività, ferie, tredicesima, ecc.) e così via.
L'orario prefissato ed il preavviso in caso di recesso potrebbero trovare giustificazione nelle esigenze organizzative del committente, per cui non credo che da soli possano dimostrare l'esistenza del vincolo di subordinazione.
In mancanza delle caratteristiche di autonomia, gli organi ispettivi potrebbero presumere l'esistenza di un rapporto di lavoro dipendente simulato, con recupero dei contributi previdenziali ed assistenziali e con applicazione di tutte le pesanti sanzioni previste dalla normativa vigente.
Ciao