Una ditta iscritta al registro imprese nell'anno 1994 come srl e capitale sociale convertito da £ ad € in attuali €uro 10.000 per motivi personali dei soci (avanzata età) ha deciso nel mese di ottobre 2019 di chiudere, circostanza che sarà fatta nel 2° semestre del 2020 in quanto ancora deve ricevere i pagamenti di alcune fatture.
Intanto, con decorrenza Settembre 2019 ha licenziato l'unico dipendente (rimanendo i quattro soci che prestavano anche lavoro). Questi rivendicando il mancato pagamento di emolumenti, retribuzioni, indennità, et similia a suo dire non corrisposte regolarmente, nel corso di dieci anni, ha inoltrato una diffida a mezzo Avvocato all'Amministratore unico della Ditta SrL con richiesta dei presunti mancati pagamenti, pari a suo dire a circa € 120.000,00 minacciando azioni legali (causa) in caso di mancato riscontro entro 30 gg..
I quattro soci, riunitosi, stanno pensando che non vale la pena costituirsi in un eventuale giudizio ed insistere avverso le pretese a loro dire infondate, del dipendente affermando che a settembre 2020 chiuderanno la ditta e, in caso di vittoria del dipendente e, quindi di eventuale sentenza costituente titolo esecutivo, stante la natura della ditta SRL, sono eventualmente costretti a pagare fino al limite della concorrenza del capitale sociale pari ad €uro 10.000.
Che pensate, ragionano bene? in caso di vittoria del dipendente con sentenza in giudicato dell'importo superiore al capitale sociale della ditta i soci devono corrispondere l'intero importo ovvero l'indennizzo si limita ad € 10.000?
Ultima modifica di technobit; 20-05-20 alle 07:13 PM
La società non risponderà solo con il capitale sociale ma con tutto il patrimonio, con gli incassi derivanti dalla vendita di eventuali immobilizzazioni, residui attivi su conti correnti, etc.