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Discussione: Contraddittorio è sempre a descrizione dell'Agenzia?

  1. #1
    Leonida2022 è offline Junior Member
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    Predefinito Contraddittorio è sempre a discrezione dell'Agenzia?

    Salve,
    a seguito di PVC della GDF vengono inviate all'Agenzia memorie illustrative e osservazioni molto dettagliate.
    Agenzia emette avviso di accertamento senza alcuna convocazione per il contraddittorio.
    Nell'avviso Agenzia si limita ad indicare di aver ricevuto memorie illustrative e tal proposito risponde in modo del tutto generico con due righe.
    Memorie di oltre 60 pagine con tanto di dettagli su estratto c/c, ecc ecc.
    E' un operato corretto quello dell'Agenzia?
    Grazie a tutti coloro che risponderanno al post.
    Ultima modifica di Leonida2022; 08-11-22 alle 11:23 AM

  2. #2
    Enrico Larocca è offline Senior Member
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    Citazione Originariamente Scritto da Leonida2022 Visualizza Messaggio
    Salve,
    a seguito di PVC della GDF vengono inviate all'Agenzia memorie illustrative e osservazioni molto dettagliate.
    Agenzia emette avviso di accertamento senza alcuna convocazione per il contraddittorio.
    Nell'avviso Agenzia si limita ad indicare di aver ricevuto memorie illustrative e tal proposito risponde in modo del tutto generico con due righe.
    Memorie di oltre 60 pagine con tanto di dettagli su estratto c/c, ecc ecc.
    E' un operato corretto quello dell'Agenzia?
    Grazie a tutti coloro che risponderanno al post.
    Alla luce della riforma del processo tributario contenuta nella L. n. 130/2022 non mi preoccuperei molto del comportamento omissivo dell'Ufficio perchè la mancanza di prove circostanziate e analitiche o la presenza di prove insufficienti o contradditorie ai sensi dell'art. 7, comma 5 bis della stessa legge condurrebbe il giudice verso una pronuncia di annullamento dell'avviso di accertamento, per di più con una possibile condanna al pagamento delle spese.
    Unusquisque faber fortunae suae
    (Traduzione: Ognuno è artefice della propria fortuna)
    di Appio Claudio

  3. #3
    Leonida2022 è offline Junior Member
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    Predefinito

    Descrivo brevemente.
    Gdf effettua operazione di verifica su scala nazionale per il settore e-commerce per anno 2017-2018.
    Gdf chiede ad Amazon di fornire i dati di vendita di tutti i venditori operanti sulla loro piattaforma.
    Gdf confronta dati ricevuti da Amazon con il dichiarato dell'aziende.
    Dove viene riscontrata discordanza Gdf interessa i reparti territoriali inviando tali dati per avviare verifica fiscale.
    Comanda territoriale effettua verifica fiscale esaminando tutta la documentazione contabile ma alla fine l'intero PVC
    si basa SOLO sulla formula X-Y= somma non dichiarata, dove X è il dato di vendita comunicato da Amazon e Y è quanto dichiarato dall'azienda.
    Per le vendite effettuate su Amazon è Amazon stessa ad incassare per conto del venditore INTERO importo della vendita, da questo importo Amazon trattiene le proprie commissioni e periodicamente versa il restante al venditore.
    Nelle memorie inviate ad Agenzia vengono allegati report di vendita estratti direttamente da account del venditore.
    In tali report viene elencato per ogni periodo di vendita totale vendite incassate per conto del venditore, commissioni trattenute da amazon, importo versato spettante al venditore.
    A supporto di tali report vengono forniti anche tutti gli estratti conto dove viene fatto vedere come gli importi ricevuti corrispondono a quelli presenti sui report amazon.
    Nonostante tutte le spiegazioni fornite con tanto di allegati(report amazon, estratti conto, tabelle riepilogative, ecc ecc) Agenzia emette avviso senza nè invitare al contraddittorio nè tantomeno tiene minimamente in considerazione delle memorie.

    Nell'avviso si limita scrivere che azienda ha inviato memorie e tal proposito risponde che l’inquadramento degli importi comunicati da Amazon costituiscono una prassi amministrativa ormai consolidata.

    Praticamente GDF ha utilizzato pedissequamente i dati ricevuti dando impulso al comando territorio per la verifica che a sua volta ha utilizzato pedissequamente i dati ricevuti per emettere pvc e la stessa agenzia ha utilizzato pedissequamente i dati ricevuti nel pvc per emettere avviso.

    Tutto questo per azienda risultata congrua per anno 2017 e ISA 9 per 2018.

  4. #4
    Enrico Larocca è offline Senior Member
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    Citazione Originariamente Scritto da Leonida2022 Visualizza Messaggio
    Descrivo brevemente.
    Gdf effettua operazione di verifica su scala nazionale per il settore e-commerce per anno 2017-2018.
    Gdf chiede ad Amazon di fornire i dati di vendita di tutti i venditori operanti sulla loro piattaforma.
    Gdf confronta dati ricevuti da Amazon con il dichiarato dell'aziende.
    Dove viene riscontrata discordanza Gdf interessa i reparti territoriali inviando tali dati per avviare verifica fiscale.
    Comanda territoriale effettua verifica fiscale esaminando tutta la documentazione contabile ma alla fine l'intero PVC
    si basa SOLO sulla formula X-Y= somma non dichiarata, dove X è il dato di vendita comunicato da Amazon e Y è quanto dichiarato dall'azienda.
    Per le vendite effettuate su Amazon è Amazon stessa ad incassare per conto del venditore INTERO importo della vendita, da questo importo Amazon trattiene le proprie commissioni e periodicamente versa il restante al venditore.
    Nelle memorie inviate ad Agenzia vengono allegati report di vendita estratti direttamente da account del venditore.
    In tali report viene elencato per ogni periodo di vendita totale vendite incassate per conto del venditore, commissioni trattenute da amazon, importo versato spettante al venditore.
    A supporto di tali report vengono forniti anche tutti gli estratti conto dove viene fatto vedere come gli importi ricevuti corrispondono a quelli presenti sui report amazon.
    Nonostante tutte le spiegazioni fornite con tanto di allegati(report amazon, estratti conto, tabelle riepilogative, ecc ecc) Agenzia emette avviso senza nè invitare al contraddittorio nè tantomeno tiene minimamente in considerazione delle memorie.

    Nell'avviso si limita scrivere che azienda ha inviato memorie e tal proposito risponde che l’inquadramento degli importi comunicati da Amazon costituiscono una prassi amministrativa ormai consolidata.

    Praticamente GDF ha utilizzato pedissequamente i dati ricevuti dando impulso al comando territorio per la verifica che a sua volta ha utilizzato pedissequamente i dati ricevuti per emettere pvc e la stessa agenzia ha utilizzato pedissequamente i dati ricevuti nel pvc per emettere avviso.

    Tutto questo per azienda risultata congrua per anno 2017 e ISA 9 per 2018.
    Se non ci sono differenze tra quanto documentato dal Amazon e quanto documentato dall'azienda accertata non vedo alcun problema ad affrontare il contenzioso, almeno che l'impresa non abbini alla vendita e-commerce anche delle vendite in loco o almeno che non ci siano nel PVC e nel successivo atto di accertamento emesso dall'Agenzia delle Entrate contestazioni che riguardino i costi fiscalmente riconoscibili. Se così non è il tracciamento delle vendite Amazon costituirà un valido strumento di prova per il contribuente e per quello che dicevo prima l'impossibilità di fornire una prova contraria o la possibilità di fornire prove insufficienti o contraddittorie in giudizio dovrà condurre il giudice tributario verso una declatoria di annullamento dell'avviso di accertamento. La mancata convocazione del contribuente ad una fase di contraddittorio rafforzerà il convincimento del giudice a pronunciarsi in assenza di prove o in presenza di prove insufficienti o contraddittorie per l'annullamento dell'atto.

    L'art. 7 comma 5-bis del D.Lgs. 546/1992 introdotto dalla L. n. 130/2022, stabilisce quanto segue:

    L’amministrazione prova in giudizio le violazioni contestate con l’atto impugnato. Il giudice fonda la decisione sugli elementi di prova che emergono nel giudizio e annulla l’atto impositivo se la prova della sua fondatezza manca o è contraddittoria o se è comunque insufficiente a dimostrare, in modo circostanziato e puntuale, comunque in coerenza con la normativa tributaria sostanziale, le ragioni oggettive su cui si fondano la pretesa impositiva e l’irrogazione delle sanzioni. Spetta comunque al contribuente fornire le ragioni della richiesta di rimborso, quando non sia conseguente al pagamento di somme oggetto di accertamenti impugnati.

    Oggi, il contribuente ha qualche arma in più per difendersi da atti di accertamento apodittici o non sufficientemente documentati.
    Unusquisque faber fortunae suae
    (Traduzione: Ognuno è artefice della propria fortuna)
    di Appio Claudio

  5. #5
    Leonida2022 è offline Junior Member
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    Scusa ma non ho capito la tua risposta, perdonami.

    La differenza tra il dato amazon e quanto dichiarato ci sta, solo che è errato e non è stato supportato da nessun'altra verifica bancaria o altro.
    La gdf ha fatto questo ragionamento:
    Amazon ci ha comunicato che hai venduto sulla loro piattaforma 100.000 per anno 2107.
    Tu per anno 2017 hai dichiarato vendite totali pari a 80.000, quindi ti contestiamo evasione per 20.000
    Amazon alla gdf ha comunicato semplicemente il dato.
    Gdf non ha fatto ulteriori indagini di natura bancaria o altro, ha semplicemente accettato come certo il dato fornito da Amazon e quindi ha applicato la formuletta:
    Dato amazon - dato dichiarato in unico = evasione.
    Nelle memorie però si è illustrato perchè il dato fornito da amazon è errato.
    Faccio esempio pratico.
    Ipotizziamo che Amazon prende il 10% di commissioni.
    Se ci sono state 100.000 di vendite, Amazon incassa questi 100.000 per conto del venditore, trattiene le sue commissioni e versa il restante che spetta al venditore, quindi nell'esempio di cui sopra versa 90.000 tramite bonifico bancario.
    Nelle memorie sono stati allegati tutti gli estratti conto dove è possibile vedere tutti gli importi ricevuti da amazon tramite bonifico ed in più i report che dimostrano le commissioni trattenute da amazon.
    Questa operazione è stata fatta per ricostruire quando realmente venduto su Amazon (bonifici ricevuti + commissioni pagate = totale venduto). E' il totale venduto è in linea con quanto dichiarato in unico, solo che Agenzia ha totalmente ignorato questa ricostruzione supportata da elementi tangibili e verificabili e ha accettato quando comunicato dalla gdf nel pvc che a sua volta si è limitata ad accettare per corretto il dato fornito da amazon.

    Intero pvc si basa solo su questa formula, non ci sta niente altro a supporto. Hanno considerato il dato fornito da amazon come se fosse vangelo.
    Lo stesso ha fatto agenzia, agenzia non ha effettuato ulteriori indagini di nessuna natura.
    Dice che l'atto è stato formulato usando i dati comunicati da gdf sui quali calcolare maggiori imposte, sanzioni, interessi ecc ecc.
    Spero di essere stato più chiaro.
    Grazie ancora per la risposta.
    Ultima modifica di Leonida2022; 08-11-22 alle 10:59 AM

  6. #6
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    Se l'Agenzia delle Entrate non ha considerato la ricostruzione da voi fatta con la documentazione per bancaria dovrà provare dettagliatamente in giudizio le motivazioni di questa scelta. Certo bisognerebbe approfondire le ragioni dello scostamento tra il dato Amazon e quello da voi dichiarato. Al riguardo credo che abbiate contattato il servizio clienti di Amazon per conoscere il motivo di tali differenze. Ci sono state delle operazioni eseguite e poi annullate / rettificate per resi che Amazon non ha considerato ?

  7. #7
    Leonida2022 è offline Junior Member
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    Il servizio assistenza venditore di Amazon non è in grado di fornire alcuna informazione e risponde sempre con la stessa risposta:
    "La responsabilità fiscale è del venditore, il venditore è tenuto a rispettare la normativa fiscale dello stato in cui opera."

    In ogni caso i dati forniti da Amazon sono errati.
    Dall'account Amazon del venditore è possibile estrarre file che riporta l'elenco e l'importo di ogni singolo ordine.
    Ma questo file ovviamente verrebbe "bocciato" come prova.
    Però come già detto, per le vendite effettuate su Amazon è Amazon stessa ad incassare importo del venduto, poi trattiene commissioni e versa il resto al venditore, ovviamente con pagamenti tramite bonifico bancario quindi credo che questa prova sia abbastanza forte.

    Riguardi ai motivi dell'errore non saprei dire.
    Potrebbe dipendere dal fatto che Amazon per gli anni antecedenti al 2019 non era obbligata a tenere queste informazioni e quindi magari non era strutturata adeguatamente per queste richieste...alla fine credo che ha semplicemente lavorato su fogli excel con migliaia di righe...se poi aggiungiamo che ha dovuto fornire i dati di migliaia di venditori nazionali e stranieri operanti sempre sul territorio nazionale allora basta un niente...uno scambio di riga o qualsiasi altra cosa.
    Ultima modifica di Leonida2022; 09-11-22 alle 10:18 PM

  8. #8
    Enrico Larocca è offline Senior Member
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    La risposta di Amazon sulla pertinenza degli obblighi fiscali a cliente venditore non credo si possa mettere in dubbio. Circa il modo con cui essa produce la reportistica che gli organi di controllo hanno utilizzato per eseguire l'accertamento è discutibile. La ricostruzione che voi avete fatto in sede difensiva era comunque basata sul documenti estratti dal sito di Amazon riportanti: l'incasso, la commissione e la somma netta bonificata al venditore. La ricostruzione da voi fatta che pone le vendite eseguite uguali all'incasso è sicuramente elemento di prova di spessore per il semplice motivo che Amazon se ci fossero state quelle vendite che gli organi di controllo hanno considerato omesse avrebbe applicato ulteriori commissioni. La conclusione è che non le ha applicate perché quelle vendite in evasione non ci sono state. Resta, però, l'elemento fuorviante per il funzionario addetto al controllo e domani per il giudice di comprendere perché Amazon fornisce dati di vendita che non hanno prodotto per lo commissioni e si suppone non debbano esistere. L'Id quod plerumque accidit dovrebbe condurre ad un allineamento di quei tabulati con i vostri dati.
    Ultima modifica di Enrico Larocca; 10-11-22 alle 09:03 AM

  9. #9
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    Si è scoperto l'arcano.
    I dati che Amazon ha inviato sono da intendersi iva inclusa, mentre la GDF li ha considerati imponibile.
    Già in fase di memorie si era evidenziata la non corretta interpretazione dei dati forniti da Amazon da parte della GDF evidenziando che i termini in inglese presente nelle comunicazioni amazon avevano un altro significato.
    Ovviamente Agenzia delle memorie difensive non ha tenuto conto di nulla.
    Adesso però ho risposto ufficiale da parte di Amazon, dove dietro mi esplicita richiesta dove chiedo l'esatta interpretazione dei dati mi comunica che i dati sono da intendersi iva compresa.
    Nel contraddittorio dell'adesione ho portato questo nuovo elemento che se accettato dovrebbe portare all'annullamento dell'atto però ho la sensazione che il funzionario non abbia il coraggio di annullare l'atto nonostante questo nuovo elemento che cambia tutto.
    Ma i funzionari non hanno alcuna responsabilità?

  10. #10
    Enrico Larocca è offline Senior Member
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    Si, è resposanbile il funzionario che non abbia accettato la proposta conciliativa e nel procedimento successivo l'Agenzia delle Entrate sia stata dichiarata in tutto o in parte soccombente. E' il giudice che decide (art. 15 del D.Lgs. n. 546/1992, come modificato dall'art. 4 della L. 130/2022).
    Unusquisque faber fortunae suae
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