Sono d'accordo con la soluzione prospettata.. rivalutazione del bene e dopo il periodo necessario la vendita/assegnazione ai soci.
La vendita/assegnazione è assoggettata ad iva
Buongiorno, cerco aiuto per una questione spinosa: E' il caso di una Srl con due soci proprietari al 50% che nel 2000 si è formata come immobiliare acquisendo un immobile in leasing . Il costo dell'immobile: 210.000 + iva - prezzo di riscatto: 5.600 + iva.
In seguito, non affittando più l'immobile, la Società ha cambiato l'oggetto sociale svolgendo attività di elaborazione dati.
Vuole ora cessare l'attività assegnando l'immobile a un socio (che lo prenderebbe come prima casa). Si precisa che il valore dell'immobile, in base all'OMI è di circa 190.000 euo.
La soluzione proposta: rivalutare l'immobile pagando l'imposta sostitutiva del 12% e, passati i tre anni aspettare nuova agevolazione per assegnazione dei beni ai soci.
Questa soluzione è molto onerosa? e in alternativa cosa proporre? e poi... l'immobile è stato acquisito in leasing nel 2001 detraendo l' iva , nell'assegnarlo l'importo è imponibile iva?
Sono d'accordo con la soluzione prospettata.. rivalutazione del bene e dopo il periodo necessario la vendita/assegnazione ai soci.
La vendita/assegnazione è assoggettata ad iva
Nel caso di società di persone che detiene un immobile strumentale, ritenete possibile la rivalutazione nel bilancio 2020 (Decreto Agosto) con pagamento di imposta del 3% e poi, dopo quattro anni, assegnazione ai soci persone fisiche che darebbero in locazione questo immobile alla società stessa? Il valore post rivalutazione del valore netto contabile dell'immobile, varrebbe nel confronto con il valore normale all'atto dell'assegnazione per il calcolo della plus/minusvalenza? Trattandosi di immobile acquistato da oltre 30 anni, sarà possibile assegnarlo in esenzione IVA senza avere le consegunze negative della rettifica IVA (zero migliorie negli ultimi 10 anni)?
Ultima modifica di dott.mamo; 27-11-20 alle 04:27 PM
« Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non mantiene le promesse. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi. »
(John Maynard Keynes, Autosufficienza nazionale, 1933)