Il mio Comune mi contesta un Reclamo/Ricorso avverso avvisi di accertamento IMU per anni di imposta dal 2016 al 2019 (dove mi richiede circa € 2.000,00 comprese sanzioni, interessi e spese di notifica) inerenti quota IMU (25%) impagata su due immobili "A" e "B" affittati a canone concordato ai sensi dell'art. 2, co. 3, Legge 431/98 per le seguenti (loro) ragioni:
Il contratto di affitto relativo all'immobile "A" è stato stipulato "a canone libero" (4+4) come si evince dal contratto e proroga allegati e pertanto non rientra tra quelli che godono della riduzione ai sensi dell'art. 2, comma 3 legge 431 che prevede contratti il cui rinnovo è stabilito in due anni;
Dai controlli effettuati dal Servizio IMU/ICI è emerso che il canone di locazione relativamente all'immobile "B" non rientra nei parametri stabiliti dagli accordi territoriali, posto che è inferiore al minimo previsto di € 635,39.
Concludono affermando che "se le motivazioni poste a difesa del predetto Ricorso/Reclamo non fossero da Lei condivise, può costituirsi in giudizio ai sensi dell'art. 17-bis, c. 3 e dell0'art. 22, d. lgs. n. 546/92".
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Nel mio reclamo, relativamente all'immobile "A" ho allegato il contratto di locazione registrato stipulato (a mio avviso) ai sensi dell'art. 2, comma 3, Legge 431/98. Contestano la durata da me indicata nel contratto in anni 4 anziché, come loro dicono tre. Io ho solo indicato che il contratto stipulato ai sensi dell'art. 2, co. 3, Legge 431/98 ha la durata di anni quattro (senza altro dire e scrivere quindi no 4+2 ne 3+2). Il contratto decorreva dal 01.10.2016 con termine il 30.09.2020. Successivamente, di comune accordo tra le parti ho prorogato (e non rinnovato) il contratto telematicamente (modello RLI AdE) per ulteriori 4 anni dal 1° ottobre 2020 al 1° Ottobre 2024. Da ciò hanno dedotto che trattasi di contratto a canone libero 4+4 e, quindi, senza agevolazione riduttiva della base imponibile IMU del 25%. Personalmente, penso che la legge parli di durata minima di tre anni e di successiva proroga di diritto di ulteriori due anni se le parti non concordino sul rinnovo del contratto. In più anche gli accordi territoriali stipulati nel Comune di Palermo prevedono la possibilità di stipula del contratto di locazione concordato per durate di 4, 5 e 6 anni a fronte di un aumento del canone di locazione del +3% +5% e +7%.
Invece relativamente all'immobile "B" questa volta in contratto ho indicato regolarmente la durata 3+2 anni. Ciò stante il Comune ha eccepito che il canone pattuito scritto in contratto (regolarmente registrato) di € 600,00 essendo inferiore a quello minimo di € 635,00 fissato dal Comune di Palermo con gli accordi territoriali rendesse il contratto configurabile libero e non concordato. Segue diniego agevolazione base imponibile IMU del 25%.
Dovendo costituirmi in commissione tributaria entro trenta gg. sarei grato se potessi avere delle Vs. indicazioni sul punto, e se possibile, qualche riferimento giurisprudenziale (sentenze Commissioni Tributarie, Tribunali, ecc) ovvero riporti a link che possano trattare le questioni controverse sopra prospettate.
Colgo l'occasione per augurare a tutti i migliori Augure per un Santo Natale.